Agosto 2021
Esiste un modo per risparmiare sulle tasse di successione?
Il solo pensiero che si debba pagare per poter tramandare il proprio patrimonio di padre in figlio proprio non ci va giù!
Indipendentemente da come la pensiamo siamo consapevoli che gli eredi sono tenuti a versare delle imposte per il passaggio del patrimonio, e che talvolta possono incidere anche in maniera importante sul patrimonio ereditato.
Sono costi difficili da comprimere, ma quello che è davvero importante sapere è che intervenendo per tempo, è possibile RIDURRE e, in qualche caso, EVITARE, l’impatto di questi costi sul patrimonio.
Un po' di Storia…
La tassa di successione è stata introdotta in Italia nel 1862 come tassa liberale al fine di:
combattere la rendita,
promuovere la mobilità sociale
garantire pari opportunità a tutti attraverso la redistribuzione di ricchezza.
Nel 1990 è diventata «imposta sulle successioni e donazioni» con aliquote progressive, tra il 3 e il 33% con una franchigia di 250 milioni di lire sul valore complessivo del patrimonio in successione.
Negli anni, ALIQUOTE e FRANCHIGE sono state modificate svariate volte.
La storia ci ha dimostra che i vari interventi alla normativa in tema di tasse di successione hanno subito da un lato pressioni al ribasso alla ricerca del consenso elettorale ma dall'altro non sono mancate spinte al rialzo nei momenti di maggiore criticità economica, al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie per lo Stato.
Come funziona OGGI:
L'Italia è ritenuta oggi un vero e proprio 'Paradiso Fiscale' in ambito successorio!
Basti pensare che le nostre attuali aliquote dal 4% all' 8% sono quasi irrisorie se paragonate ad altri paesi come Usa, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna le cui aliquote oscillano tra il 30% e il 45%. Inoltre la franchigia di 1 milione, per gli eredi in linea retta, è di gran lunga superiore a quella mediamente applicata negli altri stati.
Quanto tempo potrà ancora passare prima che l'Europa ci chieda di adeguarci quantomeno alla media europea?
Le recenti contrazioni economiche dovute all'imperversare del covid-19 stanno spingendo gli Stati ad individuare nuove fonti di entrate per finanziare la ripresa.
Potrebbe essere questo il momento giusto per rialzare le ALIQUOTE e abbassare le FRANCHIGIE sui patrimoni in successione?
UNA SOLUZIONE: LA PIANIFICAZIONE SUCCESSORIA
A cosa serve la Pianificazione Successoria?
1 - Consente di ottimizzare i carichi fiscali
2 - Permette di proteggere il patrimonio
3 - Agevola la continuità patrimoniale e il passaggio generazionale, gestendo in anticipo le relazioni tra gli eredi
Come effettuare una Pianificazione Successoria?
È necessario avere ben chiari i diversi aspetti dello scenario di riferimento, ossia:
DETERMINARE il valore del patrimonio in successione;
IDENTIFICARE gli eredi legittimi e legittimari, ed eventuali altri soggetti ai quali si desidera lasciare il proprio patrimonio in successione;
CONOSCERE quali sono i costi della successione e a quanto ammontano (quali sono cioè le aliquote e le franchigie applicate, che variano principalmente in base alle diverse situazione familiari e patrimoniali);
INDIVIDUARE quali strategie è possibile attuare per evitare o ridurre l’impatto, dei costi della successione.
Importante è comprendere che ogni situazione è a sé per diversi aspetti, come la struttura familiare e quella patrimoniale e quindi non esiste una soluzione standard che possa andare bene in tutti casi.
Occorre una attenta analisi effettuata da professionisti esperti in materia, quali consulenti finanziari, avvocati, notai, commercialisti, che oltre ad avere le competenze tecniche, conoscano in modo approfondito la situazione patrimoniale e i legami familiari.
Come eliminare o ridurre l’impatto delle imposte di successione?
Ovviamente formule magiche per far sparire il patrimonio o soluzioni per aggirare la legislazione non esistono.
E' importante sapere che ci sono strumenti di natura finanziaria e di natura assicurativa che, da codice civile, sono esenti dall’applicazione delle tasse di successione.
I titoli di Stato sono esenti da imposte di successione.
Vediamoli nel dettaglio:
titoli del debito pubblico italiano (Bot, Btp, Cct, nelle loro varie forme),
titoli del risparmio postale (emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato)
titoli di Stato emessi dagli Stati appartenenti all'Unione Europea e dagli Stati aderenti all'Accordo sullo Spazio economico europeo
titoli di Stato emessi da enti o organismi internazionali (Bei, Bers, Birs).
L’esenzione si applica anche ai fondi di investimento (o altri strumenti finanziari) il cui patrimonio comprende titoli di Stato (o equiparati).
Le assicurazioni sulla vita sono esenti dalle imposte di successione.
Si tratta delle polizze di ramo primo, ramo terzo e miste, ossia che al loro interno contengono strumenti di entrambi i rami.
Le polizze non devono neppure essere menzionate all’interno della dichiarazione di successione (art.1920 C.C), in quanto non rientrano nell'asse ereditario.
La designazione del beneficiario avviene direttamente all'interno del contratto di polizza o con testamento.
Il beneficiario acquista un diritto basato sull’impegno contrattuale della compagnia a liquidare una somma a titolo di indennità al verificarsi di un evento legato alla vita umana.
La somma dovuta a titolo di indennità non rientra nel patrimonio ereditario ma viene trasferita direttamente dall'assicuratore al beneficiario.
La liquidazione della polizza è pertanto svincolata dalla chiusura della pratica di successione.
La donazione come anticipo dell'eredità.
Anticipare l’eredità tramite donazione di soldi, o beni immobili, può comunque comportare dei costi.
E’ infatti previsto il versamento di una imposta sulle donazioni di pari importo all'imposta sulle successioni, con aliquote differenti in base al grado di parentela tra donante e donatario e all'ammontare della donazione.
Rimane il fatto che OGGI una donazione permette di sfruttare le attuali franchigie e aliquote, che abbiamo visto essere particolarmente convenienti.
Un contratto di donazione può riguardare la trasmissione di auto, case, immobili, oggetti di valore, patrimonio in forma monetaria ecc.
Per quanto riguarda le donazioni in contanti, se si tratta di una donazione definita di ‘modico valore’ è possibile trasferire i soldi semplicemente effettuando un bonifico che riporti relativa causale, per esempio ‘Regalia in favore di… (con nome e cognome del beneficiario)’.
Quando, invece, il trasferimento di soldi riguarda cifre consistenti (donazione NON di modico valore), diventa indispensabile l'atto pubblico, altrimenti la donazione sarà considerata nulla.
Particolare attenzione deve inoltre essere prestata alle donazioni di immobili.
La donazione, proprio per l’assenza di un corrispettivo, può essere rimessa in discussione nell’ambito della futura successione del donante. Gli eredi che dovessero risultare danneggiati dalla generosità del defunto potranno impugnare la donazione entro dieci anni dalla morte.
E' quindi opportuno ricercare soluzioni adeguate, che NON COMPROMETTANO la libera circolazione dell'immobile donato.
Infine esistono diversi strumenti per gestire in maniera intelligente il passaggio generazionale.
I principali sono:
il testamento;
i patti di famiglia;
Sono strumenti che la legislazione italiana mette a disposizione per gestire differenti situazioni: familiari, societarie e patrimoniali.
Oltre a risolvere situazioni patrimoniali complesse e peculiarità familiari definite, questi strumenti si possono rivelare molto efficienti per l’eliminazione o la riduzione dell’imposizione fiscale successoria.
Per ognuno ci sono diverse situazioni personali, familiari professionali ed imprenditoriali, ogni strategia deve pertanto essere unica e personalizzata.
Per ognuno è necessaria una analisi approfondita per ricercare la soluzione su misura.
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Silvia Morelli
Consulente Patrimoniale
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