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Immagine del redattoreSilvia Morelli

Nuova fase di volatilità dei mercati: il rischio inflazione.

24 febbraio 2021



Nell’ultimo periodo i mercati azionari hanno ripreso ad oscillare… non ci eravamo più abituati!

Nonostante il mondo intero stia affrontando una sfida economica mai vista quale una pandemia mondiale, i mercati finanziari sono continuati a salire da aprile dello scorso anno, in un crescendo costante al quali ci siamo facilmente abituati convincendoci che questa sia la normalità.


Ma ancora una volta è indispensabile ricordarci che le fasi di VOLATILITA’ (cioè di oscillazioni in alto e in basso) sui mercati finanziari, sono del tutto normali, e proprio per questo, elemento intrinseco del nostro percorso di investitori.

Possiamo paragonare queste fasi alle ‘buche’ o alle interruzioni e agli imprevisti che possiamo incontrare durante un viaggio, sappiamo che possono capitare in qualsiasi momento, ma verranno tranquillamente superate per arrivare sani e salvi a destinazione.


La volatilità è un ingrediente ineliminabile del processo di investimento. Sa essere molto sgradevole e ogni volta arriva in modo inaspettato, tuttavia è sempre e comunque un fenomeno congiunturale (del momento) e non strutturale (prima poi siamo certi che passerà e i mercati ricominceranno a salire).

Solo Il tempo la addormenta, il tempo è il vero e proprio sonnifero per la volatilità!


Quello che conta, quindi, è non preoccuparsi sul momento, e rimanere consapevoli che i risultati arriveranno nel tempo. Le fasi di discesa dei mercati vanno piuttosto utilizzate come ‘occasioni d’oro’, per acquistare a prezzi scontati!

Che cosa sta generando adesso questa fase di volatilità?


I mercati temono un rialzo dell’inflazione che potrebbe generare un rialzo dei tassi, e quindi un incremento dei rendimenti dei titoli obbligazionari, i quali potrebbero diventare più interessanti da acquistare a discapito dei titoli del mercati azionario.


I titoli azionari fino ad oggi sono cresciuti non solo sulla ‘scommessa’ di un recupero economico post-pandemia ma anche spinti dalla grande quantità di denaro disponibile.


Per dirla in modo molto semplice: se le obbligazioni hanno rendimenti negativi, l’unica alternativa per avere un ritorno positivo dai propri investimenti rimangono le azioni.


Ma se i tassi dovessero realmente rialzare e le obbligazioni tornassero ad avere rendimenti interessanti, gli investitori potrebbero decidere di spostarsi dal mercato azionario a quello obbligazionario, meno redditizio ma, sicuramente, meno rischioso.


Perché dovrebbe rialzare l’inflazione?


Di seguito uno schema che spiega, in modo teorico, come il mercato arriva a generare inflazione:






Se le condizioni per un rialzo dei tassi sembrano esserci tutte, dobbiamo anche ricordarci che, nel corso dell’ultimo anno, tutti i Paesi del mondo hanno visto crescere il proprio debito pubblico, per generare quelle risorse finanziarie indispensabili per fronteggiare l’emergenza Covid.

Un rialzo dei tassi comporterebbe troppi interessi da pagare su questo debito e non ritengo che ci siano oggi le condizioni per supportare tale costo.


Stiamo quindi affrontando una delle tante fasi di volatilità che dovremo attenderci in questo anno ancora difficile, ma dobbiamo a guardare oltre.


Quello che ognuno deve conoscere è piuttosto se i suoi investimenti sono ben strutturati e ben diversificati, e se le scelte di investimento sono state effettuate nel rispetto dei suoi obiettivi, considerando profilo di rischio e orizzonte temporale attesi.

Infine ciò a cui possiamo guardare è il fatto che i vaccini stanno funzionando (I paesi come Israele, più avanti rispetto a noi nelle vaccinazioni, ce ne stanno dimostrando la validità) e potremo finalmente ritornare a fare tutto che quello che facevamo prima e anche molto di più!


Concludo con il pensiero rivolto al futuro, riportando il paragrafo finale di un articolo del giornalista Umberto Macchi:


“….Il punto però è che il boom a cui assisteremo non ha eguali nella storia dell’umanità. Stiamo parlando di un totale sconvolgimento dello status quo, di come le persone vedono e interagiscono col mondo che le circonda. Le nuove tecnologie con cui da ora in avanti verremo sempre più a contatto daranno vita ad un lungo processo da cui usciremo completamente trasformati, un periodo di grande benessere che probabilmente si svilupperà pienamente solo nell’arco di venti o trent’anni….. Certo, con un mutamento così radicale è ovvio che qualche professione sparirà così com’è stato in passato durante ogni grande rivoluzione tecnologico-industriale, ma per ogni lavoro scomparso posso assicurarvi che ne nasceranno moltissimi altri per andare a soddisfare tutti i nuovi bisogni generati dal cambiamento.”





Silvia Morelli

Consulente Patrimoniale


Febbraio 2021 - Vuoi informazioni sull'articolo? WhatsApp 339/1716271


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