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Tra qualche anno ci saranno ancora le banche come le immaginiamo noi e come le abbiamo sempre conosciute?
Andremo nella nostra solita banca a chiedere un mutuo, un prestito, un finanziamento, o piuttosto ci rivolgeremo ai soliti noti del web, AMAZON, GOOGLE e FACEBOOK?
Forse non lo sai,
ma Amazon, Google e Facebook hanno ottenuto già da tempo la licenza per fare Banca anche in Europa!
Grazie alle enormi risorse di cui dispongono, i colossi del web potranno prendere il sopravvento sul sistema bancario tradizionale messo crisi da un decennio di tassi azzerati con conseguenti margini di redditività ridotti ai minimi e ormai insufficienti.
Il COVID: un acceleratore della crisi del sistema bancario tradizionale
Ben 160 miliardi di euro è la mina potenziale che rischia di esplodere sulla testa delle banche italiane!
Si tratta delle moratorie che le banche hanno concesso a famiglie e imprese in base ai decreti Cura Italia e Liquidità, garantite solo per il 30% dallo Stato, e che hanno consentito la sospensione delle rate su prestiti per un valore di circa 160 mil. La moratoria aveva scadenza settembre 2020 ed è stata prorogata al 31 gennaio 2021 (31 marzo per le aziende del settore turistico).
Che cosa accadrà ?
A causa della crisi che sta già investendo e continuerà ad investire il tessuto socio-economico mondiale è facile comprendere le difficoltà per le famiglie che potrebbero trovarsi di colpo a fare i conti con il tarlo della disoccupazione e per le quali sarà più difficile se non impossibile rimborsare i crediti.
Lo stesso si potrà verificare per quelle imprese che non riusciranno più a riportare utili e fatturato ai livelli PRE-COVID o che, peggio, saranno costrette a chiudere.
Il brutto presagio è quindi quello di un'ondata di fallimenti che genereranno insolvenze su vasta scala con inevitabili ricadute sulla tenuta del sistema bancario, mettendo in grave difficoltà soprattutto gli istituti di credito più piccoli o meno solidi.
Preoccupanti le conseguenze della nuova direttiva EBA entrata in vigore il 1 gennaio 2021
La nuova direttiva dell’EBA (Autorità Bancaria Europea), in vigore da inizio anno, di fatto potrebbe essere inquadrata come un: GENERATORE AUTOMATICO DI NPL (Not Performing Loans, ovvero crediti deteriorati, cioè soldi che non vengono restituiti alle banche).
La normativa prevede che gli addebiti automatici (pagamenti di bollette, finanziamenti, rate varie), non vengano consentiti e quindi stornati in automatico se il correntista non ha sufficienti disponibilità liquide sui suoi depositi bancari.
Questo porterà ad un incremento di morosità da parte di molti correntisti.
Se la morosità si protrae per tre mesi con mancati pagamenti da soli 100 euro (persone fisiche) e da 500 euro (imprese), l’EBA impone alla banca di segnalare il cliente alla centrale rischi e di classificare tutta la sua esposizione come “crediti deteriorati”, bloccando di fatto per quella persona o per quella impresa, ogni possibilità di accesso al credito.
Le inevitabili conseguenze…
In considerazione del periodo straordinariamente negativo che stiamo vivendo, la normativa avrà un impatto devastante su numerose famiglie, persone fisiche, ed imprese già in difficoltà.
In un Paese come il nostro, in cui l’informazione finanziaria raggiunge solo una parte della popolazione, ci saranno gravi conseguenze per i molti abituati a “navigare” a ridosso del saldo zero del conto corrente, che si ritroveranno, loro malgrado, ad essere considerati “falliti” dal punto di vista economico con preclusione all'accesso di nuovi prestiti o mutui.
Probabilmente in tanti si staccheranno dalla banca, e allora alle banche verranno a mancare milioni di incassi commissionali che si tenterà di recuperare facendo lievitare i costi dei conti correnti.
Inoltre a causa dell'improvviso incremento di clienti con posizioni morose, peggioreranno gli indici di solidità degli istituti di credito, che saranno obbligati, ancora una volta, ad effettuare maggiori accantonamenti, rischiando così di non avere più le risorse sufficienti per 'mandare avanti la baracca'.
In questo contesto troviamo istituti di credito già in forte difficoltà…
I numeri di Banca MPS
I numeri parlano chiaro:
-562 milioni di perdite per l’ultimo esercizio,
la chiusura di cento filiali
Dal punto di vista del personale i 21.460 dipendenti passeranno a 20.527 (quasi mille in meno) tra un anno esatto per poi decrescere ancora di quasi 500 unità all’anno fino ad arrivare al numero di 18.880 previsto per il 2025 con una diminuzione di 2.600 persone.
Serve subito il “reperimento del capitale necessario a sostenere gli oneri di ristrutturazione e a ripristinare la solidità della banca attraverso l’immissione di nuovi fondi.
Serve un importo compreso tra i 2,0 ed i 2,5 mld€
Appare evidente il livello di fragilità dei numeri del Monte e se il documento relativo al Piano strategico di Gruppo 2021-2025 tende a sottolineare come tra efficientamenti, tagli e quadrature “forzate”, i conti potrebbero risistemarsi, non c'è spazio per parlare di come si investirà sul futuro digitale, sulla formazione del Personale, come si farà ad accrescere il rapporto educativo nei confronti della clientela, non si parla di attenzione al cliente e di come supportarlo nella transizione digitale dal vecchio modello di banca al nuovo.
Il punto è proprio questo!
Come può un istituto di credito in crisi operare nell'interesse del cliente?
Il conflitto di interesse, la ricerca disperata di margini per ripianare i conti, costringerà le banche in maggiore difficoltà a fare pressione sui dipendenti per collocare strumenti sempre più convenienti e remunerativi per la banca a discapito del cliente stesso.
Ecco perché ognuno dovrebbe conoscere lo stato di salute della banca a cui ha deciso di affidare i propri risparmi!
Quale sarà la Banca del futuro?
Il modello di banca tradizionale sta entrando sempre più in crisi, come dimostra una ricerca eseguita da Accenture su 33 mila persone interpellate, dalla quale risulta che in Italia circa il 42% sarebbero disposte a spostare il loro conto su Amazon, Google o Facebook.
E' facile aspettarsi che in futuro, tutto quello che è standardizzabile e che si basa solo sui dati, a partire dal credito al consumo, al credito al capitale circolante per le imprese, e la stessa gestione dei piccoli risparmi, potrà essere automatizzato e verrà probabilmente gestito dai BIG TECH.
Ormai in banca non si entra quasi più, sempre più spesso le operazioni si fanno on line: e sicuramene il COVID ha contribuito ad accelerare ulteriormente questo processo.
Cosa accadrà a tutti gli sportelli bancari?
Intanto molte banche hanno dato il via ad una politica di accorpamenti, chiusure degli sportelli e diminuzione del personale proprio per ottimizzare i costi.
Possiamo fare solo delle ipotesi su come si evolverà il 'modello banca', ma quello che sicuramente rimarrà è la CONSULENZA DI VALORE, perché ogni qual volta che c’è eccezione, necessità di analisi e valutazione, ricerca di piani strategici e soluzioni specifiche, diventano indispensabili competenze elevate e l’esperienza del Professionista capace di trovare la soluzione giusta e personalizzata.
E' questo il ruolo del CONSULENTE FINANZIARIO e PATRIMONIALE!
Silvia Morelli
Consulente Patrimoniale
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